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Superman II

6 marzo 2011

“E chi se lo perde questo?!”. Con queste parole una comparsa definì l’attacco di Superman al trio di supercriminali protagonisti di Superman II, il sequel del blockbuster che solo due anni prima aveva scatenato una vera e propria rinascita del personaggio del Big Blue Boy Scout, grazie alle interpretazioni eccezionali di Christopher Reeve, Margot Kidder e Gene Hackman, solo per citarne alcuni. Questi stessi attori torneranno a recitare anche in questo Superman II, secondo capitolo di una saga eccezionale che è rimasta nella storia del cinema supereroistico. Questa pellicola, però, è rimasta nei ricordi di molti sia per i suoi aspetti positivi, sicuramente maggiori rispetto agli altri, sia per quelli negativi, sotto forma di numerose controversie che hanno caratterizzato la realizzazione del film.

1. La creazione del sogno

L’idea di Superman II nacque nello stesso istante di quella del primo Superman. Alexander e Ilya Salkind, detentori dei diritti televisivi e cinematografici dell’Azzurrone per conto della Warner Brothers, erano fermamente intenzionati di sfruttare al massimo la nuova supermoda che i film avevano e continuavano a scatenare. Per questo motivo le riprese del film iniziarono in contemporanea con quelle di Superman The Movie, così da creare quasi una storia in due puntate. Ovviamente il cast di attori rimase pressoché invariato. Christopher Reeve rimase a interpretare quel ruolo che gli darà fama e gloria per tutta la vita, così come Margot Kidder, Gene Hackman, Susannah York e Terence Stamp. In particolare il ruolo degli ultimi due acquisterà un’importanza ben maggiore rispetto alla prima pellicola.

Due nomi molto grossi, però, verranno a mancare nell’elenco dei lavoratori di Superman II. Si tratta del regista Richard Donner e di Marlon Brando. Cominciamo proprio parlando dell’attore di Omaha. Marlon Brando era già apparso nel ruolo di Jor-El, padre kryptoniano di Superman, nel primo film della serie, stabilendo un record, tutt’ora imbattuto, di compenso per minuti di recitazione. Brando, infatti, ricevette ben 4 milioni di dollari, oltre a una percentuale sugli incassi, per soli 10 minuti di film, più alcune scene mai utilizzate. Quando fu il momento di realizzare le riprese per Superman II, Brando espresse la sua poca disponibilità nel donare le sue fattezze al genitore dell’Uomo d’Acciaio chiedendo ben 5 milioni di dollari per soli 15 minuti di film. I Salkind, prevedibilmente, non furono per nulla propensi a cedere alle richieste stratosferiche dell’attore e perciò il copione, ancora una volta redatto da Mario “Il Padrino” Puzo, fu modificato per sostituire le scene previste con Brando con altre in cui il ruolo venisse assegnato a Susannah York, già interprete di Lara-El, madre di Superman.

Per quanto riguarda il regista, invece, ancora una volta il carattere, notoriamente “difficile”, dei due Salkind ebbe un ruolo determinante. I litigi tra Donner e i due produttori erano quasi leggendari tra i membri del cast. Questioni di soldi e di tempi, soprattutto, in parte anche giustificate visto il ritardo con cui la prima pellicola uscì nelle sale. Per questo motivo, quando Superman The Movie venne riconosciuto come successo sbanca-botteghini e si poté passare alla produzione del sequel, a Donner venne semplicemente mostrata la porta. Pare, tra l’altro, senza nemmeno essere direttamente avvertito dai due produttori. Non sorprende, quindi, che Donner tutt’oggi non parli volentieri di questa esperienza, definendo addirittura ogni singola scena diretta dal suo sostituto, Richard Lester, come “una pugnalata nel cuore”.

Richard Lester era precedentemente stato assunto come assistente al regista e, quando fu promosso, si ritrovò quasi tre quarti di film già girato e solo da montare. Le riprese successive modificarono profondamente la trama originaria. Il film di Lester è sicuramente valido, secondo alcuni persino migliore della pellicola originale, ma la controversia con ciò che sarebbe potuto essere il film di Donner, solo recentemente sciolta, rimarrà per anni in sospeso.

2. La musica

Uno degli elementi principali che sono rimasti nell’immaginario collettivo della saga di Superman è la musica. Il tema composto nel 1978 da quella specie di meraviglioso genio musicale qual è John Williams è risuonato per decenni nelle orecchie degli appassionati, al punto da essere riconosciuto persino da coloro che non abbiano mai in vita loro visto il film. Nell’ottica di ridurre i costi di produzione, i Salkind decisero di cavalcare l’onda dell’entusiasmo del primo film e non riconfermarono Williams per la composizione della colonna sonora. Venne assunto così un compositore britannico, Ken Thorne, buon amico del nuovo regista Richard Lester e raccomandato dallo stesso Williams. Sempre per abbattere i costi di produzione a Thorne fu ordinato non di comporre una nuova colonna sonora, bensì di riutilizzare senza limiti quella originariamente composta dal poliedrico compositore di New York. Thorne fu sicuramente limitato nella sua creatività da questa decisione, ma i fan del primo film non avranno potuto fare altro che apprezzare questa decisione. La sezione musicale di Superman II, però, dovette far fronte a un altro problema, sempre causato da fattori economici. L’orchestra fornita a Ken Thorne fu notevolmente ridotta e questo influì sulla resa dei pezzi originali di Williams, che realizzò il suo lavoro in condizioni ben migliori. Il risultato di Thorne fu ugualmente notevole, ma i cultori di musica classica con l’orecchio ben allenato non potranno fare a meno di notare le profonde differenze tra i due lavori.

3. Gli effetti speciali

Gli effetti visivi, che già erano valsi al primo film un premio Oscar, vennero quasi interamente riconfermati per questo secondo episodio, approfittando anche del fatto che, essendo buona parte del film girata insieme al suo prequel, si potevano usare le stesse apparecchiature per entrambe le pellicole insieme. Piccole chicche, come il Generale Zod che cammina sull’acqua o i supercriminali che volano all’interno della complessa struttura della Fortezza della Solitudine, sono dei veri capolavori, soprattutto alla luce del periodo in cui questo film fu girato. Ovviamente alcune soluzioni possono sembrare ingenue alla luce degli attuali effetti computerizzati, come il generale Zod che viene scaraventato contro un cartellone pubblicitario della Coca-Cola palesemente finto, ma ugualmente la pellicola ebbe un impatto visivo notevole, grazie a soluzioni mai viste prime, soprattutto per quel che riguarda la simulazione del volo di Kal-El e compagnia.

4. Gli attori

A parte i più famosi Reeve, Kidder e Hackman, sono gli interpreti dei tre supercriminali di Krypton. Il Generale Zod, personaggio talmente efficace da venire in seguito riproposto in diverse forme anche nei fumetti e nei telefilm futuri, fu interpretato dal poliedrico Terence Stamp, pluripremiato attore tutt’oggi in attività. La sua interpretazione del malvagio dittatore alieno è magistrale, al punto da far sembrare l’epico Lex Luthor di Gene Hackman come una macchietta comica. Stamp ci consegna un Zod efficace e privo di scrupoli, che rende perfettamente l’idea del dittatore che più che provare godimento nell’infliggere sofferenze, preferisce ottenere la sottomissione riservata a un dio. Epico lo scambio di battute tra lui e il presidente degli USA nella stanza ovale:

Presidente (mentre si arrende alla violenza di Zod): Mio Dio!
Zod (con l’atteggiamento del maestro che corregge l’allievo): Zod!

Il Generale Zod ha un rapporto molto particolare con Ursa, la violenta donna guerriera che sta sempre al suo fianco. Interpretata da un’eccellente Sarah Douglas, Ursa ha un unico e solo obiettivo: compiacere il generale. Ogni sua azione, sottolineata da una malvagità molto sottile più che violenta, è volta a mettersi in luce agli occhi del malvagio generale. Non gli interessa il potere, se non come espressione della sua totale fedeltà nei confronti del suo capo. Persino quando scopre i suoi nuovi superpoteri, incenerendo un malcapitato serpente, Ursa rivolge il suo sguardo a Zod, nella speranza di ricevere una reazione di approvazione o una lode. Lo stesso, per molti versi, è fatto da Non, il bestione interpretato da Jack O’ Halloran. Il suo personaggio non parla quasi mai e, come detto da Jor-El nel primo film, “è privo di pensiero, così com’è privo di voce”. Nonostante questo, O’ Halloran rende perfettamente quello che Non rappresenta per Zod: è il suo cagnolino, l’uomo a cui rivolgersi per i lavori sporchi che non interessano al generale kryptoniano. Come per Ursa, ogni sua azione è volta ad ottenere una lode da parte di Zod, a dimostrazione di una cieca e devota fedeltà, di cui Zod stesso si compiace e nutre.

5. La trama

Ovviamente non staremo qui a raccontarvi la trama del film. Se l’avete già visto, non ve n’è bisogno. Se non l’avete visto, allora correte subito a prendere il DVD. Per correttezza, chi non avesse ancora visto Superman II, non prosegua nella lettura e salti subito alla prossima sezione della recensione. ATTENZIONE SPOILER.
La storia è molto buona, ma presenta, come nel primo film, alcuni buchi piuttosto grossi. Per darvi un’idea di cosa sto parlando, metterei un attimo da parte il distaccamento professionale e racconterei un mio personale aneddoto. Pochi mesi fa ho fatto vedere a una mia cara amica Superman II per la prima volta. Nel momento in cui Kal-El torna a Metropolis con i suoi superpoteri e sfida Zod alla battaglia finale, la prima reazione della mia amica è stata: “No! No! E come diavolo ha fatto a riprendersi i poteri? Non era stato detto che era impossibile?”. Proprio questo è il punto. La trama del film, che fino a quel momento si era sviluppata egregiamente, stecca clamorosamente. Se non in minima parte, come Clark riacquisti i suoi superpoteri è un mistero, che verrà rivelato da Donner solo in tempi recentissimi. Questo, insieme ad altri piccoli errori di trama sparsi per tutta la pellicola, hanno forse impedito a Superman II di divenire un capolavoro assoluto.

Detto questo, Superman II ha comunque una struttura narrativa molto solida e una trama che può essere seguita senza difficoltà anche da chi non ha ancora visto il primo film. Anzi, a dir la verità sono solo gli attori e la musica a collegare le due pellicole, che altrimenti paiono molto slegate tra loro, non fosse per il “riassunto” che Lester posiziona nei titoli d’apertura del secondo capitolo della saga.

Viene un po’ da storcere il naso, invece, se si paragona il film ai fumetti, che, almeno in teoria, dovrebbero rappresentare la versione “ufficiale” del personaggio. In Superman II vengono introdotti strani poteri di cui non c’è traccia da nessuna altra parte, come un potere di levitazione (Zod che solleva con un raggio lo sceriffo della contea attaccata a inizio film) e una strana “S” che Superman si toglie dal petto per poi lanciarla contro Non che lo stava attaccando. Quest’ultimo episodio, in particolare, lasciò talmente tanto perplessi i fan da essere tutt’oggi oggetto di controversie, al punto da essere preso in giro durante una puntata della serie di cartoni animati “Family Guy”, in Italia “I Griffin”, dove lo stesso Peter si domanda cosa possa essere questo strano e inusuale superpotere (potete trovare il video, con confronto con il film, su You Tube all’indirizzo http://it.youtube.com/watch?v=RKjOqHtmKDE). L’ultima forzatura riguarda i tre criminali. Alla fine, Superman pare letteralmente ucciderli, almeno per quel che riguarda Zod. Come ben saprà ogni fan di Superman, questa è una cosa che fa letteralmente a pugni con il personaggio stesso, che mai violerebbe la sacralità della vita. In attesa di vedere se il sequel di Superman Returns riscriverà la fine di Zod, come alcune voci lasciano pensare, questo rimane un grosso buco in Superman II.

6. The Richard Donner Cut

Nel 2006 viene commercializzato il sogno di moltissimi appassionati di Superman: insieme al DVD della versione originale di Superman II, venne commercializzata, anche in Italia, la versione rimontata da Richard Donner, utilizzando le parti da lui precedentemente girate e poi scartate da Lester. Ne esce un film quasi nuovo, che rappresenta una vera e propria continuazione della prima pellicola, con la quale chiude un cerchio narrativo che con il film di Lester, pur validissimo, rimaneva sospeso. Donner considera una specie di rivalsa questa nuova versione, che anche gli appassionati italiani possono godersi (purtroppo solo in inglese). Le differenze principali riguardano la trama, anche se pure la musica venne molto ripensata a livello di tempi (non certo di temi). In questa versione, inoltre, vengono reintegrate le riprese con Marlon Brando eliminate nel 1980 per le note questioni contrattuali. Queste scene divengono di fondamentale importanza e rivelano numerose sfaccettature del rapporto padre-figlio che si instaura tra Kal-El e il defunto padre. Inoltre viene risolta anche l’annosa questione del “Come ha fatto Superman a riacquistare i suoi poteri?”. Così nasce un film più drammatico, meno orientato verso la commedia in cui tragicamente caddero i sequel successivi, fino a decretare la chiusura della saga. Ho potuto definire in un solo modo il montaggio di Donner a chi mi chiedeva cosa ne pensassi: “È stato come vedere un nuovo Superman con Christopher Reeve”. Una frase che vale mille spiegazioni.

Il rimontaggio del 2006, quindi, è l’ultimo capitolo della saga di Superman II, da cui poi il regista Brian Singer prenderà l’ispirazione per il suo Superman Returns. Un piccolo pezzo di storia dell’Uomo d’Acciaio, che forse è lecito considerare come il migliore fino ad oggi realizzato, almeno a livello di storia, dato che a livello visivo l’attuale Returns è, per forza di cose, insuperabile. Grandi prove di recitazione e una realizzazione degna dei pionieri, che ha prodotto un film indimenticabile, quasi un’icona, che difficilmente potrà essere replicata in futuro.

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